Sono sempre stato affascinato dalla nebbia, dal suo lento escludere, che lascia visibile solo ciò che ci è più immediato, vicino, necessario. I rumori cessano, e con essi la frenesia del vedere distratto, poche cose, essenziali si lasciano ammirare.
Un semplice oggetto solitamente immerso nel suo naturale contesto che gli dona senso e significato ci appare decontestualizzato e ci offre la possibilità di concettualizzare, di vedere noi stessi, non più l’oggetto che abbiamo di fronte per il suo reale valore materiale, ma per ciò che esso rapppresenta per noi, per noi soltanto.
Amo camminare nella nebbia osservando una serie infinita di naturali autoritratti.
Omaggio al poeta inglese W.H. Auden
I have always been fascinated by fog, by its slow exclusion, which leaves visible only what is more immediate, near, necessary. The noises cease, and with them the frenzy of seeing distracted, few things, essential let themselves be admired.
A simple object usually immersed in its natural context that gives it meaning and meaning appears to us de-contextualized and offers us the possibility of conceptualizing, of seeing ourselves, no longer the object we face for its real material value, but for this that it represents for us, for us alone.
I love walking in the fog observing an endless series of natural self-portraits