#PleaseSaveDEVERO

About This Project

Tutti noi abbiamo l’onore di vivere all’ombra di montagne che tutto il mondo ci invidia ed è nostro dovere tutelarle e preservarle, per consegnarle così come le abbiamo trovate alle future generazioni

Piano piano, ma neanche così tanto e comunque inarrestabilmente consumiamo, trasformando radicalmente, i luoghi in cui viviamo.
Le drammatiche conseguenze di questo consumo eccessivo e continuato oramai sono sotto gli occhi di tutti, ma nonostante questo continuiamo a progettare e a promuovere nuovi interventi in quei pochi territori oggi rimasti incontaminati e quindi, disponibili.
L’alpe Devero è uno di questi, luogo magico a pochi km da Milano dove il tempo sembra essersi fermato al 1700, quando automobili e industrializzazione non erano temi conosciuti.
Oggi protetta per il valore naturalistico e paesaggistico, situata ai confini del Parco Naturale Veglia Devero, l’Alpe Devero da diverso tempo è oggetto di interesse da parte di investitori privati che progettano nuove speculazioni invasive che rischiano di incrinare lo stabile rapporto che lega uomo e natura in territori da poco riscoperti per un turismo nuovo e consapevole definito dolce.
Nel corso di due anni (2018 e 2019) ho girovagato tra gli incantevoli luoghi dell’Alpe Devero, respirandone a pieni polmoni il senso di benessere e libertà, interrogandomi su come l’aspetto di vallate, laghi e declivi boschivi sarebbe cambiato a seguito di un intervento di antropizzazione invasiva.
Il risultato sono 30 stampe fotografiche realizzate ai sali d’argento su carta baritata dove ho provato ad immaginare cosa resterà di questi faraonici interventi quando la neve per le piste da sci non ci sarà più, come tanti studi sostengono.
Tante piccole cattedrali nel deserto, dettagli dimenticati di un passaggio veloce e superficiale di un umanità che, proprio come qualsiasi animale, non riesce a controllare il proprio istinto predatorio davanti ad un boccone appetitoso, dal prezzo tuttavia troppo salato, a carico di chi verrà domani.
Cicatrici che i sogni troppo grandi dell’uomo lasciano irreparabilmente sulla natura.

PROJECT AWARDS
2020 – Winner Analog / Film-Fine Art International Photography Awards – IPA
2020 – Finalist 14° Arte Laguna Prize
2020 – Serie Commended Creative Photo Awards – SIPA